Sanità: italiana presidente summit europeo fegato, equo accesso a nuove cure

Epatite C protagonista a Londra, costi alti ma eviteranno spese trapianti e complicanze 

Milano, 9 apr. (Adnkronos Salute) - Il 2014 e il 2015 saranno "anni di svolta" per il trattamento dell'epatite C. La corsa dei nuovi super farmaci, che promettono di debellare il virus con risposte fino al 100%, a seconda del tipo di malato, del genotipo del virus e della fase in cui si avvia la terapia, è già cominciata. In Italia è partito con l'Aifa il percorso per la definizione del prezzo e della rimborsabilità della prima di queste nuove molecole, quella della statunitense Gilead Sciences, per la quale viene ipotizzata una spesa pari a decine di migliaia di euro per un trattamento di 12 settimane. E novità sui farmaci di ultima generazione prossimi al debutto sul mercato arriveranno da Londra, dove oggi si apre il 49esimo International Liver Congress dell'Easl (European Association for the Study of the Liver).

"I costi sono alti, ma mi auguro che non si perda tempo e che sia garantito equo accesso, anche se mi rendo conto che è inevitabile che ci saranno differenze" nei calendari e sul target di pazienti che verrà trattato, "legate soprattutto alle opportunità economiche dei sistemi sanitari dei diversi Paesi europei", riflette Giorgina Mieli-Vergani, presidente onorario del meeting annuale, intervistata dall'Adnkronos Salute. Il cervello italiano è volato a Londra nel lontano 1977 per "fare ricerca per un anno" e si è poi fermata "per 37 lunghi anni". Ed è ormai una 'londinese d'adozione'. E' professore di epatologia pediatrica al King's College London e direttore del Paediatric Liver Service del King's College Hospital.

"Il mio appello - spiega - è di considerare i vantaggi che deriveranno da queste cure. Sono un grosso investimento. Sulla bilancia, però, pesa il fatto che trattando efficacemente i pazienti si risparmia enormemente dopo, evitando la progressione della malattia e il trapianto, con tutte le spese correlate che sono altrettanto alte". Per il congresso, che si chiuderà domenica 13 aprile, è atteso l'arrivo di oltre 9 mila camici bianchi e scienziati da tutto il mondo nella capitale del Regno Unito (per un fatturato previsto di 25 milioni di sterline). Poco meno di 3 mila gli abstract presentati. (segue)

(Adnkronos Salute) - L'epatite C nel mondo, secondo gli esperti, colpisce un numero di persone che è 4 volte quello delle persone affette da Hiv. L'Italia, secondo le statistiche europee, è fra i Paesi del Vecchio continente più colpiti con un primato in termini di numero di soggetti Hcv-positivi e di mortalità per tumore primitivo del fegato. I nuovi farmaci in arrivo "sono efficaci e anche 'gentili' per il paziente. Hanno meno effetti collaterali perché senza interferone e si danno una volta al giorno. Una sola pillola rispetto alle 12-16 giornaliere che, per esempio, un bimbo non prenderà mai. Questa novità apre anche allo studio sui più piccoli", riflette Mieli-Vergani.

Sotto i riflettori del congresso di Londra ci sarà un numero di trial di fase III senza precedenti sull'epatite C (Abbvie, per esempio, ha annunciato nei giorni scorsi la conclusione del più vasto programma di fase III su una terapia completamente orale e priva di interferone per il genotipo 1 che consente la remissione totale del virus) e si discuterà anche dell'impatto delle nuove terapie. "E' importante trovare una cura per le epatiti virali che sono un problema di sanità pubblica. Sull'epatite C stiamo riscontrando risultati molto buoni che verranno presentati per il genotipo 1 e 4 del virus, i due più difficili da trattare. Medicine da assumere per via orale, con una singola compressa che mette insieme due diversi antivirali e riesce a ottenere risultati eccezionali. Ci sono lavori su pazienti 'naive' e su quelli che hanno già un fallimento terapeutico alle spalle. E ancora studi in cui vengono usati 3 farmaci". (segue)

(Adnkronos Salute) - Negli Usa si sta già discutendo dei risvolti economici. Per il farmaco di Gilead Sciences "si parla di 80 mila dollari circa per la terapia completa - continua Mieli-Vergani - Ma adesso nel giro di un anno massimo, con l'arrivo a compimento degli altri trial e la disponibilità di altri farmaci, probabilmente i prezzi diminuiranno. E poi si dovrà ragionare sul rapporto costo-beneficio. In Inghilterra, già oggi la raccomandazione del Nice è di trattare l'infezione indipendentemente dalla gravità, perché viene visto come un grosso risparmio. Un trapianto di fegato costa al servizio sanitario intorno alle 50 mila sterline e la spesa per mantenere in vita una persona senza rigetto è molto alto. Quando verranno presentati i risultati per questi nuovi farmaci, sono sicura che il Nice ne prenderà visione e si muoverà di conseguenza".

In Italia, nell'ambito della procedura avviata per il farmaco di Gilead Sciences, un tavolo lavora al nodo dei numeri e della sostenibilità. Si ipotizza una programmazione che segua il principio di trattare con urgenza i casi gravissimi. Nell'immediato si parlerebbe di un primo target che va da 2 mila a 10-20 mila persone in condizioni di urgenza assoluta, poi si passerebbe ai casi di gravità medio-alta, fino ad arrivare ai pazienti stabilizzati, per i quali è in linea di principio valutabile la possibilità di aspettare l'arrivo imminente di altri farmaci all'avanguardia che hanno un combinato di terapie e costeranno anche meno. In questo momento, comunque, si ipotizza una platea di beneficiari anche superiore a 100 mila persone da trattare progressivamente nel prossimo biennio. (segue)

(Adnkronos Salute) - L'Italia, osserva Mieli-Vergani, "è all'avanguardia nella gestione delle epatiti virali. Per esempio è stata uno dei primi Paesi a implementare la vaccinazione contro l'epatite B. In Gb è prevista solo per i soggetti ad alto rischio e ci stiamo battendo perché diventi universale". Sulle epatiti virali "va ricordato che fra i nuovi infettati ci sono soprattutto bambini di mamme con il virus, ad alto rischio di sviluppare la malattia cronica da adulti. E il virus dell'epatite B è ancora più infettivo dell'Hcv. Trattare le mamme con cure efficaci avrà impatto anche in termini di riduzione del contagio dei piccoli".

A Londra si parlerà anche di epatiti autoimmuni, campo di studio di Mieli-Vergani. "E' in programma la riunione dell'International Autoimmune Hepatitis Group, nato negli anni '90 per cercare di migliorare diagnosi e trattamento, discuteremo anche della conferenza monotematica prevista a settembre 2015. Le epatiti autoimmuni vengono considerate rare, ma non lo sono poi così tanto e incidono sulla qualità della vita. Secondo le statistiche, si contano 10 casi per 100 mila abitanti nei paesi nordeuropei. Io sono convinta che siano molto più frequenti. Non è facile diagnosticarle e a volte si presentano come cirrosi criptogenetiche. Posso dire che nel mio centro per bimbi con malattie del fegato fra gli anni '90 e 2000 sono aumentate del 12%".

 


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