Istat-Cnel, in Italia speranza di vita tra le piu' elevate del mondo
Istat-Cnel, in Italia speranza di vita tra le piu' elevate del mondo

 

Roma, 11 mar. (Adnkronos Salute) - La vita media continua ad aumentare e l'Italia è tra i Paesi più longevi d'Europa. Le donne, a fronte dello storico vantaggio in termini di longevità, che tuttavia si va riducendo, sono più svantaggiate in termini di qualità della sopravvivenza: in media, vivono oltre un terzo della vita in condizioni di salute non buone. E' quanto emerge dal Rapporto Istat-Cnel sul benessere equo e sostenibile.

Il Mezzogiorno vive una doppia penalizzazione: una vita media più breve e un numero minore di anni vissuti senza limitazioni. Le donne che risiedono in quest'area, in particolare, a 65 anni possono contare di vivere in media ancora 7,3 anni senza problemi di limitazione nelle attività quotidiane, mentre per le loro coetanee del Nord gli anni aumentano a 10,4. La mortalità infantile, quella da incidenti da mezzi di trasporto e quella da tumori, che possono essere incluse nella cosiddetta mortalità evitabile, sono in calo nel lungo periodo, mentre crescono i decessi per demenza senile e malattie del sistema nervoso.

La popolazione, peraltro, continua a essere minacciata da comportamenti a rischio: l'obesità è in crescita (circa il 45% della popolazione maggiorenne è in sovrappeso o obesa); l'abitudine al fumo, a distanza di 10 anni, mostra solo una lieve flessione (nel 2001 i fumatori erano il 23,7% della popolazione di 14 anni e più, nel 2011 sono il 22,7%, una quota stabile dal 2004), ma non diminuisce per i più giovani; tra questi ultimi, peraltro, si sono diffuse pratiche di abusi nel consumo di bevande alcoliche (bingedrinking), continua il Rapporto Istat-Cnel.

Uno stile di vita sedentario caratterizza una proporzione non indifferente di adulti (circa il 40% non svolge alcuna attività fisica nel tempo libero); inoltre, in Italia oltre l'80% della popolazione consuma meno frutta e verdura di quanto raccomandato. Elementi questi che rappresentano fattori di rischio per l'oggi, ma a maggior ragione per il futuro se si consolidassero negli stili di vita della popolazione. Mezzogiorno e persone di estrazione sociale più bassa continuano a essere le più penalizzate in tutte le dimensioni considerate.

 


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