Salute: ippoterapia per i bimbi emofilici, domani saggio a Roma

A cavallo si sentono più forti e sicuri, appuntamento al centro 'L'Auriga' 

Milano, 16 giu. (Adnkronos Salute) - Bimbi emofilici a cavallo per sentirsi più forti e sicuri. Sono i giovani cavalieri romani protagonisti di un saggio in programma domani, 17 giugno, al centro 'L'Auriga' della Capitale. L'evento si inserisce nel progetto assistenziale 'Il cavallo compagno di giochi e di sport', avviato il 13 novembre scorso da Baxter insieme a L'Auriga, rivolto ai pazienti emofilici del Lazio in collaborazione con i centri emofilia della regione. L'idea è di affiancare al bambino con problemi di coagulazione del sangue la terapia assistita con gli animali, per favorire la socialità e l'integrazione attraverso un'attività ludico-ricreativa con i cavalli. E questo perché "fidarsi di un animale, imparare a dominarlo - spiegano i promotori dell'iniziativa - può significare una maggiore consapevolezza delle proprie risorse e una scoperta delle proprie energie".

A salire in sella sono ragazzi di età compresa tra 3 e 12 anni affetti da emofilia, che monteranno pony alti tra i 120 e i 150 centimetri. Sotto la responsabilità di Nicoletta Angelini, direttore del centro L'Auriga, una psicologa, un istruttore Fise-Cip-Cas Coni e un docente di equitazione dell'università degli Studi di Cassino, i piccoli andranno in scena con un saggio di fine anno in cui presenteranno i risultati del lavoro fatto nei mesi scorsi, prima di salutarsi per l'estate. Pony Games, Gimkana, Salto ostacoli e Comunicazione Non Predatoria: si chiamano così le 4 discipline che verranno presentate in contemporanea nel grande campo de L'Auriga. "Una scelta non casuale - commentano gli organizzatori - perché con il cavallo si cresce: giocando, affrontando e superando ostacoli, imparando a comunicare con gli altri".

Traguardi particolarmente importanti per un bambino che convive con l'emofilia, malattia genetica rara con "conseguenze nel lungo termine che vanno oltre l'impatto fisico", sottolineano gli esperti. "Le cure che si rendono necessarie per prevenire danni comportano inevitabilmente per il paziente, già in tenera età, e per la sua famiglia alterazioni al normale ritmo delle attività quotidiane. Oltre alla necessaria terapia clinico-sostitutiva, rimane per questo fondamentale un supporto che si rivolga alla sfera personale e affettiva dell'emofilico. In questo senso si muove l'attività assistita con i cavalli, da tempo riconosciuta come valido sostegno per coloro che sono affetti da patologie croniche". (segue)

(Adnkronos Salute) - "L'attività con i cavalli coniuga il gioco con quegli aspetti relazionali indispensabili per un corretto sviluppo psicofisico - spiega Nicoletta Angelini, direttore del centro L'Auriga - Inoltre, si svolge in un ambiente naturale, contenitore ideale per i soggetti in età evolutiva e permette quel 'corpo a corpo' al bambino emofilico spesso negato perché ritenuto pericoloso, ma tanto importante per crescere. Ed è da questa attività che nasce il saggio che verrà presentato domani, dove nessuno sarà etichettato in base ai propri problemi e tutti saranno visti per quello che faranno in quel momento: piccoli cavalieri con i loro cavalli, compagni di gioco e amici. Tra loro anche ragazzi disabili e, iniziativa forse unica, alcuni giovani emofilici che hanno partecipato alle attività con il progetto sostenuto da Baxter. Nessun segno particolare per distinguere gli uni dagli altri: a cavallo siamo tutti uguali".

"Allo stato attuale - aggiunge Matteo Luciani, Dipartimento di oncoematologia, Irccs ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma - è riconosciuto che, grazie alle odierne terapie e all'uso della profilassi, questi piccoli pazienti hanno la possibilità di vivere la malattia non come un problema, condizione essenziale per un sereno sviluppo psico-fisico". La terapia assistita con gli animali - ricorda una nota - è solo l'ultima delle iniziative messe a disposizione da Baxter per la comunità emofilica.

"Abbiamo sempre messo al centro il paziente - afferma Silvio Gherardi, presidente e amministratore delegato dell'azienda - perché sappiamo quanto sia necessario, oltreché vitale, non solo disporre della miglior terapia possibile, ma anche poter avere accesso a servizi che garantiscano una migliore qualità di vita. Per primi abbiamo portato a casa dei pazienti i farmaci; siamo tra i pionieri ad aver dato vita all'assistenza domiciliare con il nostro personale infermieristico; offriamo la consulenza psicologica, la fisioterapia riabilitativa a casa e la telemedicina. Oggi, con la terapia assistita con gli animali tagliamo un altro traguardo. Oltre il progetto 'Ippoterapia nel Lazio', stiamo anche portando avanti l'attività con i cani a Napoli, in collaborazione con l'Aitata e il Centro emofilia del San Giovanni Bosco. Ci auguriamo possa essere uno strumento importante per la crescita di bambini che possono superare tutte le barriere e vivere a pieno le proprie possibilità".

 


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