Medicina: struttura mobile addestra ematologi a nuove cure leucemia

Novara prima tappa progetto 'I-Chromyk' 

Roma, 15 apr. (Adnkronos Salute) - Novara sarà la prima città protagonista di un progetto di formazione medico-scientifica basato sulla teoria dell'experential learning. Obiettivo: aggiornare gli specialisti in ematologia sulle potenzialità delle nuove terapie per la leucemia mieloide cronica. Il progetto 'I-Chromyk' (Interactive experience on Chronic Myeloid leukemia) è promosso dall'azienda farmaceutica Novartis con la collaborazione tecnica del Center for Experential Learning (Cell) di Padova.

Una struttura mobile all'avanguardia, il Cell Explorer, posizionato il 17 aprile in piazza Puccini, sarà a disposizione degli ematologi che potranno vivere un'esperienza coinvolgente con l'utilizzo di tecnologie altamente interattive che consentiranno ai partecipanti di interagire in tempo reale con dei pazienti-attori e discutere con i colleghi sulle opzioni terapeutiche più adeguate per i diversi casi affrontati. La leucemia mieloide cronica (Lmc) - ricordano in una nota i promotori dell'iniziativa - è una neoplasia maligna causata da un'alterazione acquisita della cellula staminale totipotente del midollo osseo, quella cioè dalla quale si originano tutte le altre cellule del sangue. Negli adulti questa patologia rappresenta circa il 15-20% di tutti i casi di leucemie. In Italia ogni anno vengono diagnosticati circa 700-800 nuovi pazienti.

L'obiettivo del progetto I-Chromyk è formare gli specialisti ematologi sull'identificazione del paziente con leucemia mieloide cronica che può beneficiare dell'utilizzo dei trattamenti di seconda generazione, in particolare nilotinib, farmaco che sta positivamente cambiando la prospettiva di vita dei pazienti. "Attualmente l'aspettativa di vita dei pazienti è quasi uguale a quella della popolazione generale, ma la grande novità è che oggi, con l'arrivo dei nuovi farmaci come nilotinib, il nostro obiettivo è diventato ancora più ambizioso: interrompere la terapia senza che la malattia si possa ripresentare e arrivare quindi a una vera e propria 'guarigione' - spiega Giuseppe Saglio, professore ordinario di Medicina interna ed Ematologia dell'università di Torino-ospedale universitario S. Luigi Gonzaga di Orbassano - La terapia con nilotinib si è rivelata infatti estremamente efficace nel consentire a un significativo numero di pazienti di raggiungere in tempi molto brevi la risposta molecolare completa, premessa indispensabile perché la sospensione della terapia possa almeno essere tentata". Il tour formativo toccherà altre 4 città italiane.

 


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