Bellezza: boom lipofilling seno in Usa ma chirurgo di Hollywood 'frena'

Renato Calabria, per interventi estetici meglio protesi di con grasso autologo 'riciclato' 

Milano, 27 feb. (Adnkronos Salute) - Protesi al seno addio? La strada sembrerebbe questa, stando a un recente studio Usa pubblicato sul magazine 'Plastic and Reconstructive Surgery', secondo cui per rimpolpare il décolleté il 70% dei chirurghi americani utilizza il grasso autologo - prelevato dalla paziente e poi 'riciclato' in zona scollatura - sia per gli interventi estetici che per quelli ricostruttivi. Ma la lipofilling-mania per i ritocchi cosmetici non convince Renato Calabria, chirurgo plastico che opera a Beverly Hills, Milano e Roma, docente presso il Department of Plastic Surgery della University of Southern California. Il fat grafting, meglio conosciuto come lipofilling o innesto di grasso autologo - avverte il chirurgo delle star di Hollywood - non assicura gli stessi effetti delle protesi, soprattutto a livello estetico.

"Si deve fare una distinzione fra l'uso del fat grafting per la chirurgia ricostruttiva del seno e quella cosmetica - premette Calabria - Nella chirurgia ricostruttiva, dove la ghiandola mammaria è stata completamente asportata, l'innesto di grasso autologo ha effettivamente un'applicazione efficace con notevoli risultati, una semplicità di attuazione e un minimo decorso post-operatorio". Ma "per quanto riguarda l'impiego per l'aumento del seno di natura strettamente cosmetica", secondo l'esperto "bisogna fare delle importanti considerazioni: dal punto di vista estetico, le protesi sono migliori in quanto creano più proiezione e un look più attraente", mentre "il fat grafting aumenta sì il volume del seno, ma l'effetto è simile a quello creato da un aumento di peso del paziente, quindi non con la proiezione necessaria per creare un look più sexy".

"L'innesto di grasso al seno è invece utile - puntualizza il chirurgo - nel migliorare alcuni problemi secondari all'innesto delle protesi quali il 'rippling', cioè la palpazione delle pieghe della protesi sulla pelle, e altri effetti irregolari causati da un eccessivo volume delle protesi in soggetti più magri". (segue)

(Adnkronos Salute) - Ma i dubbi di Calabria vanno anche al di là dell'aspetto strettamente estetico: "Il grasso autologo - spiega - potrebbe rappresentare un ostacolo alla diagnosi precoce di tumore e nelle procedure di screening, in quanto il grasso non vascolarizzato non permetterebbe una corretta visibilità dei tessuti con la mammografia e potrebbe essere erroneamente identificato con un nodulo tumorale, sia dal punto di vista clinico che da quello radiologico".

"Come per ogni nuova tecnica - conclude lo specialista - l'esperienza e il giudizio clinico del chirurgo è basilare per scegliere il paziente ideale per questo tipo di intervento. Ritengo quindi che, dopo un iniziale abuso, l'utilizzo del fat grafting si assesterà come valida alternativa alle protesi, ma non le sostituirà come prima scelta nella mastoplastica additiva".

 


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