Tumori: Aico, 4 mln di pazienti italiani con il cuore a rischio

 

Roma, 12 giu (Adnkronos Salute) - Cuore a rischio per quattro milioni di pazienti oncologici in Italia, perché i cosiddetti farmaci 'intelligenti', utilizzati per la cura del cancro, mettono in pericolo la salute cardiaca. E' l’allarme lanciato nel corso del secondo congresso nazionale dell’Associazione italiana di cardioncologia (Aico) che si svolge a Napoli. In Campania i pazienti a rischio sono 300 mila.

L'appuntamento è dedicato alle nuove sfide dell’assistenza e della ricerca, perché, spiega il presidente nazionale dell’Aico Nicola Maurea, direttore della struttura complessa di cardiologia al Pascale, "in molti casi si cura un male e se ne produce un altro. Purtroppo le evidenze cliniche ci dicono che i farmaci a bersaglio molecolare, nati per colpire le cellule tumorali senza danneggiare le altre, hanno una serie di effetti cardiotossici importanti. Effetti che addirittura possono mettere a rischio la vita del paziente". Succede ad esempio che le donne colpite da tumore della mammella guariscano molto spesso dal cancro, ma si possano ammalare di scompenso cardiaco.

Serve, secondo Maurea, "uno sforzo organizzativo e gestionale, per raggiungere 2 obiettivi: identificare e intervenire precocemente sull’alterazione cardiaca e trovare, grazie alla ricerca, farmaci che proteggano il cuore da effetti cardiotossici. Grazie ad un intervento precoce - aggiunge - si può ottenere un’inversione del danno cardiaco, che in molti casi è altrimenti progressivo. Ecco perché sono necessarie apparecchiature diagnostiche all’avanguardia, molte delle quali ecocardiografiche. Attrezzature con le quali ho di recente dotato il mio reparto al Pascale. Sul versante della ricerca, invece, è cruciale individuare farmaci che possano proteggere il cuore prima o durante le chemio e le terapie biologiche Di recente - conclude - abbiamo iniziato a studiare un cardioprotettore che sembra offrire buoni risultati, sia per i vecchi farmaci come le antracicline, sia per i nuovi farmaci come il trastuzumab". (segue)

(Adnkronos Salute) - "Uno degli aspetti più interessanti legati alla cardiotossicità dei farmaci oncologici, e quindi anche di quelli molecolari, è la possibilità di ridurne gli effetti negativi grazie ad una corretta alimentazione", spiega Rosario Vincenzo Iaffaioli, tesoriere dell’Aico. Ma la vera sorpresa è che in questo caso è meglio 'tradire' la dieta mediterranea, prendendo invece in prestito molti alimenti della tradizione orientale.

"C’è grande interesse - continua - per cibi come la soia, il riso integrale o l’olio di sesamo, che sembrano avere grandi potenzialità nel combattere gli effetti cardiotossici dei nuovi farmaci molecolari". Peraltro, il ruolo dell’alimentazione in ambito oncologico è chiaramente destinato a diventare negli anni a venire sempre più centrale. "Già oggi - conclude Iaffaioli - si sa che il cibo può giocare un ruolo decisivo. L’idea di fondo è che l’alimentazione possa avere un peso per una migliore prognosi, allo stesso modo la nutrizione può avere effetto anche sulla tossicità dei farmaci".

 


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