Medicina: insufficienza mitralica Ko con 'clip' cuore, al via Registro nazionale

98% successi per intervento mininvasivo MitraClip 

Roma, 29 mag. (Adnkronos Salute) - Una 'molletta' che unisce i lembi sfiancati della valvola mitrale, quando questa da sola non riesce più a funzionare correttamente: si chiama MitraClip e consente di correggere l'insufficienza mitralica attraverso un intervento mininvasivo anziché un'operazione a cuore aperto, con una percentuale di successo nel 98% dei casi. Una terapia innovativa - per un disturbo che solo nel nostro Paese colpisce 1 milione di over 70 - che da oggi in Italia sarà monitorata, per la prima volta in Europa, attraverso un Registro nazionale. Presentato oggi a Firenze in occasione del Congresso nazionale Anmco (Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri), il Registro 'Giotto' raccoglierà i dati dei pazienti trattati con il sistema MitraClip.

"Il Registro Giotto - spiega Leonardo Bolognese, presidente della Federazione italiana di cardiologia (Fic) - sarà uno strumento fondamentale per seguire i pazienti trattati e migliorare le indicazioni alla terapia, raccolte oggi nel primo documento di consenso sul rigurgito mitralico cronico messo a punto dalla Fic, che riunisce tutte le società scientifiche italiane del settore incluse Anmco e Gise, e pubblicato di recente sul 'Journal of Cardiovascular Medicine'".

L'insufficienza mitralica è una condizione che può colpire anche le persone giovani e si manifesta quando la valvola mitrale, posta fra atrio e ventricolo sinistro, non riesce più a chiudersi e aprirsi nel modo corretto. Fino a poco tempo fa le uniche possibilità di trattamento dell'insufficienza mitralica erano i farmaci, la terapia di resincronizzazione cardiaca o un intervento a cuore aperto nei casi più gravi, ma da qualche anno - grazie a MitraClip, terapia innovativa messa a punto da Abbot - è possibile correggere il difetto per via percutanea nei pazienti ad alto rischio chirurgico. La 'clip', attraverso la vena femorale, viene spinta con un piccolo catetere fino al cuore, dove crea un ponte che unisce i lembi della valvola mitrale riportandola a funzionare correttamente. (segue)

(Adnkronos Salute) - "La clip - spiega Francesco Bovenzi, presidente Anmco - riesce a risolvere il problema nel 70-80% dei casi, con un intervento mininvasivo che comporta minori rischi soprattutto in pazienti 'difficili', come gli anziani con altre patologie o con un'insufficienza ventricolare sinistra grave. Per questo, oggi si ritiene che possa essere una buona alternativa all'intervento chirurgico in pazienti selezionati, nei quali migliora la qualità di vita e la funzionalità cardiaca, riducendo allo stesso tempo il danno ventricolare e il rischio di nuovi ricoveri. I casi in cui MitraClip è più consigliabile sono i pazienti sintomatici nei quali farmaci e rivascolarizzazione cardiaca non hanno avuto effetto, ad alto rischio in caso di intervento chirurgico tradizionale ad esempio perché anziani o con altre patologie. MitraClip, inoltre, può essere utile anche nei pazienti in attesa di trapianto cardiaco, come 'ponte' per arrivare all'intervento".

A oggi sono oltre 15.000 i pazienti trattati in tutto il mondo di cui oltre 1.000 in Italia, dove sono 35 i centri in cui è possibile sottoporsi all'intervento mininvasivo, distribuiti in varie regioni (Piemonte 1, Lombardia 12, Veneto 1, Emilia Romagna 2, Toscana 1, Umbria 1, Lazio 4, Campania 7, Basilicata 1, Molise 1, Puglia 1, Calabria 1, Sicilia 2). Tuttora sono 5 le regioni senza centri in grado di offrire la terapia (Liguria, Trentino, Marche, Abruzzo, Sardegna), ma l'Italia è il primo Paese europeo a essersi dotato di un Registro nazionale in cui inserire i dati di tutti i pazienti trattati con questo metodo.

"Il Registro Giotto - spiega Sergio Berti, presidente della Società italiana di cardiologia invasiva Gise - raccoglierà le informazioni e seguirà tutti i pazienti trattati per almeno un anno. Al via in questi giorni, fornirà i primi dati il prossimo anno. L'obiettivo del Registro e del documento di consenso firmato dagli esperti italiani è guidare le innovazioni terapeutiche in maniera scientifica, monitorando attentamente il loro impatto in clinica per verificarne costantemente risultati clinici, possibili miglioramenti e ottimizzazioni tecniche, nuove indicazioni. Inoltre, la raccolta dei dati servirà anche a valutare il rapporto costo-efficacia della terapia: in Germania, dove i pazienti trattati sono 7 volte più numerosi rispetto all'Italia e i centri per il trattamento sono ben 110, è presente anche un Drg per il rimborso dell'intervento. A oggi il Registro Giotto è l'unico del suo genere presente in Europa, ma potrebbe presto estendersi ad altre nazioni che hanno già manifestato interesse a parteciparvi".

 


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