Alimenti: Agrimi (Iss), cautela su addio a date conservazione minime

Servono soluzioni più vicine a esigenze consumatore e più informazione 

Roma, 19 mag. (Adnkronos Salute) - Prima di dire addio alla scritta 'da consumarsi preferibilmente entro', prevista su prodotti che hanno una 'lunga vita' per le possibilità di consumo, "c'è bisogno di cautela, di distinguere bene tra i prodotti e di informare meglio i consumatori". E' un invito ad essere cauti quello di Umberto Agrimi, direttore del dipartimento Sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare dell'Istituto superiore di sanità, ascoltato dall'Adnkronos Salute sulla proposta, oggi in discussione al Consiglio dei ministri dell'Agricoltura dell'Ue, di eliminare l'obbligo di indicare il termine minimo di conservazione per prodotti come pasta, riso e caffè.

"Per alcuni prodotti - ricorda l'esperto - esiste una data di scadenza perentoria, dopo la quale l'alimento non è adatto al consumo umano. In questo caso si parla di eliminazione del termine minimo di conservazione, che non è perentorio, perché si applica a prodotti che non si deteriorano, possono essere mangiati senza rischio anche mesi dopo la data preferibile di consumo. Possono, però, venire meno caratteristiche organolettiche e nutrizionali". E, ovviamente, "bisogna distinguere i prodotti". (segue)

(Adnkronos Salute) - La pasta, il riso i biscotti hanno una lunga vita in fatto di commestibilità: "Se conservati adeguatamente - dice l'esperto - possono essere mangiati anche diversi mesi dopo la data apposta sulla confezione". Mentre "l'olio di oliva, che pure è un alimento che non ha una data di scadenza, si può sicuramente consumare tre mesi dopo quella indicata come preferibile, ma più passa il tempo più prosegue l'ossidazione e si cominciano a perdere le caratteristiche nutrizionali". Stesso discorso per i surgelati.

Necessaria, dunque, cautela. "Ci sono Paesi europei che stanno spingendo in questa direzione. Ed è necessario porsi il problema degli enormi sprechi alimentari che possono essere legati a questa etichettatura, soprattutto per il consumo casalingo". Non sempre è chiara al consumatore, infatti, la distinzione tra scadenza e termine minimo di conservazione. "C'è bisogno - dice l'esperto - di informare il consumatore. C'è bisogno di un consumatore consapevole". Per questo l'invito da 'tecnico' è a "trovare soluzioni alternative più vicine alle esigenze del cittadino: sapere ad esempio che la pasta, ben conservata, può essere consumata senza rischio per lungo tempo eviterebbe sprechi". E questo senza eliminare quella che comunque è una 'rete di protezione' per il consumatore ovvero l'indicazione "da consumarsi preferibilmente entro il..." , che permette di avere comunque informazioni utili sul prodotto.

 


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