Farmaci, da anestetici stesso effetto su piante e animali
Farmaci, da anestetici stesso effetto su piante e animali

Ricercatori hanno scoperto che, se esposte agli anestetici, un certo numero di piante perde i movimenti autonomi e quelli indotti dal contatto fisico 

'Cavie' verdi per sperimentare nuovi anestetici? Secondo una ricerca pubblicata su 'Annals of Botany', le piante reagiscono a questi farmaci in modo simile a quello di animali ed esseri umani. Questo renderebbe proprio le piante dei soggetti ideali per testare l'azione di nuovi anestetici sperimentali.

Questi farmaci furono usati per la prima volta nel XIX secolo, quando si scoprì che inalare l'etere bloccava il dolore durante gli interventi chirurgici. Da allora sono state scoperte molte e diverse sostanze chimiche con questo effetto, ma si sa ancora poca su come questi composti si comportano, inducendo una perdita di conoscenza. Ora i ricercatori hanno scoperto che, se esposte agli anestetici, un certo numero di piante perde i movimenti autonomi e quelli indotti dal contatto fisico. Il risultato è che, ad esempio, la venere acchiappamosche (Dionaea muscipula) resta 'bloccata' con trappole aperte anche se viene toccata.

Il lavoro suggerisce di prendere in considerazione proprio le piante per studiare gli anestetici ed effettuare test alternativi per mettere a punto nuove terapie.

 


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