Anaao, medici europei in piazza per tutela salute
Anaao, medici europei in piazza per tutela salute

"l'Italia si prepara a divenire fanalino di coda, insieme all'Est europeo, con una percentuale di Pil dedicata alla sanità pubblica avviata su di un piano inclinato che la porterà al 6,3% nel 2020" 

Tutelare la salute dei cittadini e migliorare le condizioni di lavoro per gli operatori dovrebbe essere una priorità per la sanità pubblica. In nome di questi principi, i medici di tutti i paesi dell'Unione europea oggi hanno organizzato una protesta: l'Action Day of the European Doctors 2017, iniziativa promossa dalla Fems (Federazione dei medici dipendenti europei). In un'epoca contrassegnata da episodi che mirano alla disgregazione delle unità nazionali e dell'Europa stessa, l'Anaao Assomed e i sindacati medici dei paesi europei, sotto l'egida della Fems, oggi vogliono ricordare il valore della sanità pubblica anche come strumento di coesione tra i Paesi.

La "difesa della sanità pubblica, oggi espressa in tutte le lingue e in tutti paesi della comunità Europea, è non solo la difesa di un diritto universale, definito fondamentale dalla nostra Costituzione, ma anche la difesa del diritto alla cura in tutti i territori dell'Unione, come stabilito dalla direttiva 2011/24/Ue sulle cure transfrontaliere", spiega l'Anaao in una nota. Tra le finalità della manifestazione di oggi c'è anche il richiamo "alle iniquità e alle diseguaglianze nell'accesso alle cure, presenti non solo tra il sud e il nord dell'Europa, ma anche tra le diverse regioni italiane. La vistosa disparità nel budget che i diversi Governi impegnano per la sanità pubblica, si tramuta anche in una diseguaglianza di prevenzione e di terapie disponibili per i cittadini ed in differenti esiti delle cure".

Da questo punto di vista "l'Italia si prepara a divenire fanalino di coda, insieme all'Est europeo, con una percentuale di Pil dedicata alla sanità pubblica avviata su di un piano inclinato che la porterà al 6,3% nel 2020, non senza ripercussioni sulla salute degli italiani o sulla loro spesa privata. Oggi vogliamo anche difendere - continua la sigla - i medici europei, rivendicando pari condizioni lavorative per evitare il crescente fenomeno migratorio che in Italia si traduce in un'allarmante perdita di giovani medici, in partenza per paesi europei con migliori e più certe possibilità di formazione post laurea e condizioni lavorative, e in Europa nell'impoverimento di risorse professionali di intere aree geografiche".

 


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